o Rappresenta l'atto di rompere l'equilibrio esistente. In un contesto di resilienza, questo può significare due cose:
1. Riconoscimento di un disturbo esterno: uno shock di mercato, un ritardo di fornitura, o una variazione imprevista della domanda. Questo "squilibrio" espone le vulnerabilità del sistema e richiede prontamente una risposta.
2. Introduzione deliberata di un cambiamento strategico: un "Kuzushi organizzativo" controllato, come l'implementazione di nuove tecnologie o la riorganizzazione dei processi, volto a testare e rafforzare la resilienza del sistema prima che un disturbo esterno lo faccia con maggiore forza. L'obiettivo è "sbilanciare" l'organizzazione dalle sue abitudini consolidate per favorire un rinnovamento efficace.
o È essenziale per cogliere e orientare i flussi naturali o i ‘trend’, anziché combatterli frontalmente, in linea con il principio di massima efficienza con il minimo sforzo (‘Seiryoku zen'yō’).
o Consiste nel posizionarsi e prepararsi al meglio dopo lo squilibrio. Dal punto di vista della resilienza, questa fase è la risposta adattiva del sistema al disturbo oppure al cambiamento intenzionale.
o Implica la pianificazione operativa dettagliata: riallocazione delle risorse, ricalibrazione delle linee produttive, programmazione del flusso dei materiali, allineamento delle Macchine e del Personale. È il momento di assumere la "postura" ottimale per assorbire l'impatto o sfruttare la nuova configurazione.
o È l'esecuzione finale della tecnica, in cui lo squilibrio viene pienamente sfruttato per la proiezione. In termini di resilienza, rappresenta l'attuazione del piano aggiornato o la materializzazione operativa del cambiamento.L’importanza di ‘Kuzushi’ ritengo meriti una riflessione attenta. La sequenza « Squilibrio (inteso come Kuzushi) Rottura dell’equilibrio (Tsukuri) Proiezione’ (Kake) » – considerata prodromica della necessaria (oltre che opportuna) attesa per "cogliere in errore" un possibile avversario ed eseguire successivamente ‘Tsukuri’ e ‘Kake’ - limiterebbe tuttavia il confronto al mero paradigma ‘difesa → attacco’ (schema duale per cui: la difesa corrisponde alla protezione, alla resilienza, alla stabilità; l'attacco corrisponde all'iniziativa, alla rottura dell'equilibrio, al 'Kuzushi' nel Judo o all'Innovazione in ambito industriale) sminuendo di fatto la variabile TEMPO, essenziale/determinante per l’efficacia dell’azione complessiva. Ecco perché a volte l’Attacco andrebbe inteso come possibile risoluzione ad un Pericolo attuale (ai sensi dell’Art. 52 del C.P.) in situazioni “di strada” o particolarmente competitive in ambito sportivo ed economico, a fronte di una tangibile minaccia: applicando ‘Sen-No-Sen’, altro principio strategico delle arti marziali (giapponesi) che significa attaccare prima o contemporaneamente all'attacco avversario anticipando il suo movimento e/o interpretandone correttamente ed inequivocabilmente l’intenzione.
o Include l'esecuzione del piano di produzione, il superamento di un “collo di bottiglia” o il lancio di un prodotto. Corrisponde al raggiungimento di un nuovo stato più resiliente, più efficiente, o che ha mitigato efficacemente il rischio.